C'è una finestra di soli tre giorni prima che l'Aliseo torni
a soffiare a 30 nodi.
Due li usiamo per rilassarci a Fuerteventura insieme agli
amici di Antigues, un Amel che ha attraversato più volte l'Altantico.
Ormeggiamo le nostre barche in un marina abbandonato,
frequentato solo da anziani pescatori
del posto.
L'acqua è trasparente. Vediamo due razze che rincorrono un
branco di piccoli pesci, che si aprono e poi ricompattano, per sfuggire ai loro
alati inseguitori. Altre presenze non ce ne sono a parte le raffiche di vento
catabatico.
Stiamo bene in questo porto da "Marinai perduti".
La colazione si dilata come il tempo su Antigues, dove Giuseppe e
Cristina preparano caffè e the, mentre i
loro ospiti, Carmine e Marcella, ci raccontano delle loro cinque vite in giro
per il mondo.
A 38 anni partono in barca a vela da Napoli con un bimbo di due.
Dopo aver attraversato due Oceani, anzicchè completare il giro del mondo, si fermano in Nuova Zelanda.
Qui mentre il gioco preferito di loro figlio è farsi inseguire dagli squali, creano una società, che li porta a trasferirsi a Singapore e a realizzare una discreta fortuna, che ora si godono ancora 50 enni, in un lussuoso catamarano.
Sarà l’accento napoletano, ma Carmine mi ricorda il mio
avversario in una situazione di crisi aziendale provocata dalla brusca
interruzione di una licenza d’uso di un
marchio. Perché anche se sono in questo
posto magnifico nel qui ed ora, il mio lavoro comunque mi riporta alle
terraiole dinamiche giudiziarie.
- Lo poteva fare? mi chiede Carmine
- Si, dico io.
- E allora? fa lui alzando le spalle.
Ma a me luccicano gli occhi, perché mi attizza l’idea di
vincere la sfida col mio avversario, soprattutto ora che vedo incarnata davanti
a me la ragione del vincere .
Torno alla colazione che nel frattempo diventa un pranzo, il pranzo un caffè nel paesino, il caffè un tuffo nel mare ghiacciato, limpido e turchese.
Ci asciughiamo in una spiaggia di dune assolata che sfuma in
una passeggiata con altri racconti fino al tramonto.
L'isola ha una sola strada asfaltata che da Morro Hable arriva al capoluogo. La percorriamo tutta fino al deserto di dune. Attraversa montagne brulle e colline di sabbia abitate da capre selvatiche che riescono a brucare quel poco di erba che cresce nel deserto.
Ogni tanto la strada torna a costeggiare il mare.
Sono 100 km di costa e spiagge immense: a Sud ridossate dal
vento e buone per gli ormeggi, a Nord invece paradisiache per i serfisti. I
villaggi niente di chè: villette per turisti costruite dalla 'ndrangheta calabrese e qualche sparuta casa
colonica.
Per andare dall'altra parte dell'isola e concludere le due giornate con un tramonto sul mare c'è solo una "carettera", non asfaltata e piena di curve polverose a strapiombo sull'Oceano.
Ci fermiamo nel punto in cui alle nostre spalle si vedono solo le montagne e davanti la coda dell'isola, che termina in mare con un faro solitario.
Qui, attendendo il raggio verde, con Cristina e Giuseppe parliamo
sottovoce, per non farci sentire dalla piccola Martina, come se i segreti non urlassero
ancora più forte al cuore di una bimba!
Ci raccontiamo delle
nostre ferite, delle debolezze, malattie e altri piccoli disastri, che sono stati il
vero vento Maestro che ci ha portato fin qui solcando i mari esterni ed
interni, a vivere su una barca a vela, ai confini dell'Europa ma sempre in
viaggio come nomadi alla ricerca di sè stessi.
Contattaci per viaggaire con noi
Queste le prossime rotte
Vorrei essere li con voi
RispondiEliminaQuando leggo di questi meravigliosi luoghi e meravigliose avventure mi sembra di vivere in un sogno. È tutto così ... fantastico
RispondiEliminaSana invidia .....un abbraccio e spero di venire a fare qualche veleggiata con voi
RispondiEliminaDa 11 anni le mie giornate sono "carpe diem" ma il mare è nel mio DNA.Ero collega di Alfredo, avrei il desiderio di poter veleggiare con voi senza limiti di tempo,se fosse possibile
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