sabato 6 aprile 2019
Navigazioni notturne pericolose
Ho così tanta adrenalina in corpo, che nonostante la stanchezza non riesco ancora a dormire.
Partiti all'alba da Gran Canaria abbiamo cavalcato onde oceaniche di quattro e cinque metri, con la nostra casa navigante, fino al tramonto.
L'Aliseo è stato costante, gonfiando le vele con i suoi 20-25 nodi.
C'è stato il sole, ma ogni tanto qualche groppo ha oscurato il cielo, le raffiche anche di 30 nodi hanno tentato di portarci alla straorza e qualche onda è arrivata fino al pozzetto.
Eppure non avrei voluto essere in nessun altro posto se non qui su Gyziana.
Non mi sono sentita mai in pericolo e la mia mente è stata libera e fusa con l'orizzonte.
Con la vecchia amata Blue Bone quando c'era mare e improvvise straorze spesso mi agitavo.
Oggi invece mi sono sentita proprio come questa goletta oceanica di alluminio: forte e piena di esperienza.
Non credevo che avrei mai provato la sensazione della sicurezza in me! In mare poi, men che meno!
Arrivati avanti a Fuerteventura c'era come un'isola minore in mezzo al mare.
Le carte nautiche indicavano bassi fondali e zona pericolosa .... ma noi vedevamo un'isola. Un'isola che le carte non segnano!
Solo nei romanzi accade ancora.
Ma quello che avevamo davanti era ancora più sorprendente di un'isola sconosciuta.
Era una zona di onde immense, dovute all'improvviso alzarsi del fondale. Erano enormi e si frangevano in alto mare come se ci fosse lì una spiaggia invisibile.
Ovviamente ce ne siamo tenuti a distanza di sicurezza.
Nemmeno quei demoni d'acqua mi hanno fatto paura. Anzi erano stupendi, di verde smeraldo e spuma di mare, in contrasto con l'Oceano nero.
Ora invece incapace di dormire, mi faccio tentare da altre navigazioni, queste sì angoscianti e paurose.
Come è possibile saper cavalcare le onde dell'Oceano, con la leggerezza di un delfino e poi affondare nelle navigazioni on line?
Passo da un post all'altro di facebook, sperando che mi venga il sonno, e leggo: "Il mio nuovo Studio!" e poi la foto della Blue Bone e il nuovo proprietario della nostra prima barca col suo computer, nella dinette. Non ha senso, però io mi sento derubata nell'anima, mi manca l'aria, non riesco a navigare oltre.
E così lo devo ammettere: so cavalcare le onde dell'Oceano, so spingermi fino alla fine delle terre conosciute, ma mi faccio intrappolare dalla maledetta rete, proprio come un delfino che annega nella tonnara.
Fanculo pescatori!
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Ma a che ora le hai scritte tutte queste cose? :) Cmq bellissimo racconto.
RispondiEliminaSi bellissimo racconto. È più facile affogare in una tinozza, a volte, che in alto mare 😗
RispondiEliminaFantastico Valentina, come descrivi tu le vostre avventure riesci a far sentire il lettore sospeso tra fantasia e realtà, come nei racconti di Jules Verne��!
RispondiEliminaSembra che abbiate sperimentato qualcosa di forte! Prendo in prestito l'espressione del capitano :
daiiiiii graaaande!!!✌️
Mi unisco al coro gridando con te a gran voce:
FANCULO AI PESCATORI E ALLE LORO MALEDETTE RETI ��
A tutti i navigatori virtuali, invece, nonché comodi, un invito a lasciare le vostre comode poltrone...che vi state arrugginendo!!��
Sempre in rotta ragazzi...siete speciali!��
Voi siete stati i primi a solcare queste acque con noi! E gli unici saluti a bordo di tutte e tre le barche! Alla via così sempre! Vi aspettiamo di nuovo
EliminaGrande Valentina! Ho provato il brivido dell'avventura...e, fanculo ai pescatori!!! Un abbraccio
RispondiEliminaMarcello
Fanculo sempre! Grazie Marcello
EliminaBellissimo racconto Vale!
RispondiEliminaMi hai fatto ripensare alla mia solitaria del 7.11.2017 da Las Palmas de Gran Canaria a Morro Jable con la mia piccola Arcadia. Io partii nel tardo pomeriggio con la pancia piena del Sailor's e la vuotai ben presto fuori dal Puerto de la luz ... atterrai l'indomani mattina in quel meraviglioso porto semideserto e semiabbandonato, con forti raffiche d'aliseo che mi diedero filo da torcere persino all'ormeggio ... un porto decadente per marinai perduti ... un posto struggente per anime perse ... per poi ritrovarsi in un tuffo atlantico sulla Playa de Las Coloradas a pochi passi di là dal frangiflutti ... Buon meritato riposo nel selvaggio e ventoso sud di Fuerteventura!
Si Marco siamo proprio nel porto dei marinai perduti! Ti ho pensato più volte ieri. Una cosa è affrontare onde e vento con una super corazzata d’alluminio, un’altra con una barca di pochi metri senza draglie! Quando ho visto che arcadia non aveva nessuna separazione, seppure fragile come un candeliere, con il mare non ti nascondo che mi è venuto un brivido molto profondo, di quelli ancestrali. Come quando penso: e se alfredo cade a mare, riuscirò a ritrovarlo? Ieri per due ore c’e Stato un Pan Pan di uomo a mare! Quando Arcadia tornerà a solcare questi mari? Buon vento Capitano
RispondiEliminaVale la sensazione di coraggio e di vuoto conservarla e con la mente richiamala tutte le volte in cui ti troverai in una situazione difficile
RispondiEliminaIo non sono su feacebook e così ho eliminato il problema della navigazione online. Il vero problema però è che non ho mai navigato tra le onde insieme a voi e mi piacerebbe tanto...magari a fine maggio, quando sarò a Las Palmas... Meraviglioso racconto. Un abbraccio
RispondiEliminaQuesta volta non ce lo toglie nessuno
EliminaÈ vero Bea, certe esperienze diventano scorte a cui attingere quando se ne presenta la necessità! Spero che raccontarlo possa servire anche a chi non l’ha vissuto
RispondiEliminaCiao amici quanta Sava invidia mi fate.
RispondiEliminaVi auguro una navigazione serena vi abbraccio
Ciao Valentina... è bello leggerti e vorrei tanto saper godere anche del mare in tempesta.... ma mi fa’ troppa paura . Verrò a fare un giro con voi prima o poi ... con il caldo e il mare calmo naturalmente!!!.Un abbraccio a te e al capitano ��
RispondiEliminaMamma mia, riconosco la stessa scheggia di follia, o di consapevolezza profonda... una briciola della vostra, sentita in notturna nel golfo di Squillace tornando da Palermo e realizzata la mattina a Leuca, bagnata fino alle ossa, piena di lividi e col mare bianco di schiuma alle spalle...che di notte mica me ne ero accorta! Pure io avevo pensato, appesa al timone guardando Flavio sul ponte senza lifeline, con le onde che un altro poco ci passavano di sopra, e se cade?!! E quello gridava... non guardare la bussola, guarda le stelle! Dopo aver dormito trentasei ore, sbattuta come nu purpu, ho guardato subito il mare... Sentivo un profumo più forte, e da allora continuo a sentirlo, e le stelle le guardo ancora. Grazie amici miei, sapete di salsedine, di schiuma, di pelle spaccata, capelli arruffati, di vento buono ...sagapooooooo
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