martedì 10 agosto 2021

Coppia Regione Puglia-ASL Lecce vince Medaglia di Fango al "giogo" del Rimpallo

 


E  mentre gli italiani resistono all’Italia che affonda  e con determinazione, altruismo e dedizione ci regalano la Coppa europea, il secondo posto a Wimbledon, il  record mondiale dei 100 metri  ed importanti Medaglie Olimpiche….

l’Italia dei politici e dei Burocrati pelati, grigi e indolenti, che fa?

Si aggiudica la medaglia di fango al Giogo del Rimpallo!

Questa storia probabilmente non la leggerà nessuno, ma la scrivo lo stesso come sfogo personale e nel tentativo di dare voce ai milioni di persone che affrontano ogni giorno i muri di gomma della burocrazia digitale italiana, sapendo che molti di loro sono anziani, sono malati, sono soli, non conoscono leggi, circolari e prassi tutte nostrane.

È aprile 2021 siamo un gruppo di cittadini Italiani all’estero, nelle più efficienti Olanda e Francia d’oltre oceano e abbiamo l’immensa fortuna di ottenere in tempi record il vaccino contro il Covid. Io ho 48 anni e nel mio stesso giorno in Italia vaccinano mia nonna 98 enne.

Gli olandesi ci rilasciano un certificato che contiene già tutti gli estremi per essere riconosciuto in Europa: è tradotto in inglese, reca i nostri dati identificativi, il numero di lotto del vaccino e il tipo di farmaco, approvato dall’EMA.

Penso che sarà semplice una volta tornata nel mio amato paese ottenerne il riconoscimento.

Ma non è così. O meglio non è così per tutti.

Io  e il mio compagno veniamo  trasformati in una pallina da ping pong nella sfida a Rimpallo, che la coppia Regione Pugia-ASL Lecce vince superando qualsiasi record umano.

 Inizia il Ministero della sanità che con un rovescio eccellente ci indirizza alla Regione  Puglia. Ci scrivono che sì il nostro certificato olandese  è assolutamente valido e che la Regione Puglia è competente a legalizzarlo ai fini del green pass.

La Regione risponde con un dritto: “certamente è valido; ma compete al Ministero. Il Ministero ribatte: “la vostra Asl di competenza, Ufficio prevenzione deve inserire in banca dati il vostro certificato”.

Sono orgogliosa del mio Stato e della mia Regione. Con due telefonate e due email è già tutto risolto. Del resto la mia amica Vaifra  in Emilia Romagna, vaccinata in Martinica, ha già il green pass e la nostra amica Cecilia italiana residente in Germania, vaccinata con noi in Bonaire- Olanda ha ottenuto subito il green pass in farmacia. Mi rallegro che la Puglia non sia da meno.

Ma …mai dire gatto, finchè non ce l’hai nel sacco.

Ci presentiamo in ASL Ufficio Prevenzione, via don Minzoni e qui sono eccezionali: rimpallano senza tregua e  senza mai far toccare la palla al suolo. L’usciere ci da il biglietto alla fila giusta, che ci rimanda al primo piano, che ci spedisce alla porta accanto dell’omino vestito di grigio, che dopo aver parlato con la moglie, l’amico del calcetto  e chi sa chi altri ci rimpalla al corridoio accanto, che ci rimanda al piano superiore dal funzionario  che sta prendendo il caffè, ma che poi incontriamo sulle scale e ci manda all’Urp ma l’Urp è solo un cartello che ti fa girare in tondo in un labirintico corridoio di piazza Bottazzi, finchè non si palesa essere una semplice mail, che  con un tiro lungo ci rispedisce al Ministero. Sono le 12:00 la palla ora può toccare il terreno, perché tutti chiudono al pubblico, le linee magicamente cadono, i telefoni squillano a vuoto, alle email nessuno risponde.

E va avanti così per tre giorni, con 45 gradi, perché l’aria condizionata fuori dalle porte non c’è e l’uscio di questi uffici non lo varchiamo nemmeno.

Poi dai caraibi, Luca, un amico apprende dalla sua regione il Friuli Venezia Giulia, che il Ministero della Sanità ha emanato una circolare in base alla quale risulta per iscritto competente l’ASL di Residenza, per gli italiani vaccinati all’estero. Questa circolare detta tutti i criteri, adesso non potranno ignorarci ancora!!!!

Bene. Si ricomincia: ASL, Ministero, Regione, ASL, via telefono, via email, poi uffici e telefono. Alla fine del gioco risulta che la Regione Puglia non ha emanato le modalità in base alle quali gli Uffici Asl Lecce potranno inserire il nostro certificato.

Conclusione: al Cinema del Comune di Lecce mi hanno fatto entrare solo perché ho ruggito e azzannato il povero ragazzo 21 enne che, trasformato, suo malgrado, in ufficiale autenticatore di green pass, aveva ricevuto il dictat di non far entrare persone senza il QR code; sono stata presa ad una scuola di eccellenza in Spagna che vuole il green pass e il vaccino….. gli andrà bene se glieli presento separatamente? In aereo mi faranno entrare o dovrò fare anche il tampone? A quale numero verde di quale ufficio mi dovrò rivolgere per lavorare,  esercitare i miei diritti e le mie libertà?

Ma questi uomini  grigi e queste donnine tutte imbellettate e insipide anzicchè parlare al telefono dei fatti loro e zuccherarsi per ore il caffè davanti ad una triste macchinetta, non sarebbero più felici e belli se facessero bene il loro lavoro e facilitassero la vita degli altri,? Non dico la mia, ma almeno delle persone anziane che fanno la coda al sole, delle donne incinte, delle persone che hanno difficoltà ad usare Internet?

Quanta rabbia e tristezza inutili vengono generate quando  la piattaforma “pago pa” non funziona, perché non funziona mai! Quando lo spid non apre tutte i cassetti che dovrebbe aprire, quando con la tua Carta d’identità elettronica  chiedi un certificato, ma non ti arriva, e quando dopo che hai prenotato la tua visita medica con lo SPID devi comunque chiamare il CUP per confermarla?

Oggi è san Lorenzo non cadranno palline da tennis né circolari, né green-pass, ma cadranno le stelle e allora visto che non posso entrare da nessuna parte, senza ruggire e azzannare me ne sto in spiaggia a esprimere  i miei desideri:


che crescano i capelli a tutti i  funzionari che si prendono a cuore gli utenti,

che possano vivere a lungo tutti gli informatici che faranno funzionare un sito italiano, come uno olandese;

che passino tante giornate felici per quanti problemi risolveranno gli addetti ai numeri verdi

che ottengano tutti i like che desiderano i politici che emaneranno norme semplici e  utili a vivere le proprie libertà e i diritti (va bene anche se le copiano dalle regioni o stati più efficienti);

che abbiano labbra carnose e pelle liscia tutte le funzionarie che accetteranno di far accomodare nel loro ufficio un utente affaticato e accaldato,

che tutti coloro che non trovano soddisfazione ai loro sacrosanti diritti, possano vivere in posti meravigliosi dove tutti questi “gioghi” non sono mai stati inventati, felici soddisfatti e contenti

Valentina

venerdì 16 aprile 2021

BONAIRE

Isola di Bonaire, Antille olandesi, arrivati all' alba, stanchi, dopo 4 giorni e 4 notti di navigazione.

Una voce femminile alla radio ci dice di accostare a dritta lungo il dock del gasolio ma ce lo comunica in 4 lingue diverse, usandole contemporaneamente! Già solo questo sarebbe bastato a farci intuire qualcosa sui simpaticissimi abitanti dell' isola. Accostiamo al pontile alle 7 circa e ad accoglierci troviamo soltanto 5 soggettoni che ascoltano musica da balera ispanica degna del peggiore bar di Caracas, fermi immobili che ci osservavano senza muoversi. Metto un piede al di la della falchetta per sbarcare e ci viene incontro, staccandosi dal gruppo, con aria di strafottenza (le mancava solo un grosso sigaro in bocca) la prima delle 5 iguane del comitato d'accoglienza. Le si leggeva in faccia: “Chi è che osa rompere i coglioni alle 7 del mattino mentre arrivano i primi ghiotti raggi di sole”!? Dopo una trentina di secondi buoni, il capo richiama la milizia e spariscono tutti dietro la staccionata, lasciandoci soli con la musica.


Mentre mi volto a guardare esterrefatto Valentina si avvicinano gli umani veri con la tipica velocità caraibica a prendere le cime con tutta calma indipendentemente dal fatto che soffino 25 nodi o 5 di vento.

Una volta nell' ufficio del Marina riesco a dare un volto alla voce della radio, è Marvis, una evanescente indigena che mi parla con la stessa lingua della radio, un mix tra i Minions, gli Umpalumpa della “Fabbrica di cioccolato” ed il monaco eretico del “Nome della rosa”. Scopriremo dopo che si tratta della lingua locale, il papamiento composto da Spagnolo, Portoghese, Olandese e Arawak, non sembra vero ma si capisce tutto o quasi.

Per strada vedremo poi cartelli del tipo: BON BINI' NA BONAIRE; grazie si dice DANKI DANKI, ci vediamo TE ORO e anche se parli in dialetto ci si capisce. Bene è deciso: questa' isola ci piace!

Chiaramente noi non parliamo il papamiento e capita spesso di comunicare in inglese che qui si apprezza comunque; come quella volta che entrando in un negozio chiesi di poter comprare della verdura ed un rotolo di carta sfoggiando il mio miglior inglese e per tutta risposta mi sento dire: “But do you speak English”? facendomi crollare in un nanosecondo tutta la mia autostima-linguistica. Le persone qui sono così, genuine e simpatiche come la lingua che parlano.


Ogni tanto si vede qualche ragazzotto locale che va dietro alle olandesine in vacanza rosolate dal sole con apprezzamenti fischiettati o per dirla con un neologismo facendo catcalling! Una cosa che mi ricorda l 'infanzia, da buon paesano quale sono!

Ma non è tutto oro quel che luccica, abbiamo notato ahimè molta insofferenza dei locali nei confronti dello “sporco colonizzatore olandese” che effettivamente, come succede nella maggior parte delle isole caraibiche “occupate” non lascia molto spazio agli autoctoni economicamente e socialmente parlando per cui non è difficile imbattersi in cartelli del tipo: “stop dutch apartheid” oppure “no mas manipulashon”.


Vero è che gli stessi olandesi con il loro spirito marziale, la loro maniacale osservanza delle regole e il loro esagerato senso del dovere hanno permesso, con l'istituzione di parchi marini, divieto di ancoraggio e costante controllo del territorio, la conservazione pressoché intatta della natura: un vero e proprio paradiso terrestre tra flora e fauna.


Certo, questo smisurato senso civico arriva al paradosso quando, durante uno dei tantissimi lockdown pandemici, arrivano a chiederci di scegliere il gusto del gelato attraverso un numero di whatsapp che lo stesso gelataio ci evidenzia attraverso il vetro anzicchè guardare il nostro ditino che indica la vaschetta prescelta!

Chiaramente abbiamo optato per una gelateria un po' più... italiana!