sabato 26 dicembre 2020

Filastrocca dell'ora che scocca



Navighiamo costeggiando la montagna
Senza proferire ancora una parola
L'acqua è immobile che ristagna
Rispecchiando i ciuffi rosa dell'aurora.


Il cielo impazzisce di colori
Squarciati da un sussulto di spavento:
Siamo troppo vicini alla roccia, fremono i cuori
Tu cadi morto sul pavimento



Ci risvegliamo come da un sogno
E' troppo tardi per qualsiasi manovra a vela
Di calde lacrime ci sarebbe bisogno
Ma c'è da tener rotta e dovrà sbattere la tela.
                                                                
Si apre alla vista una profonda rada
Sembra la Grecia verde di foreste
E' Rond Island tra Carriacou e Grenada
Piena di correnti e di quel suo mar celeste
  
E' un buon posto, penso, per alzarsi da quel pavimento.



E allora inizio  a nuotare seguendo un pesce azzurro 
Riconosco la tua smorfia nel profilo di un "caurro"
poi mi perdo nei blu chiari
rincorrendo le farfalle dei fondali.

                    Resisto finchè posso                 
Incontro un grosso pesce rosso
Finchè nel ritornare a galla si schiude finalmente il cuore
e non so più se sono lacrime, acqua di mare o grumi di dolore.



Sono a St George  il giorno del funerale 
Una città lontana di muri colorati e vecchi
Mi ritrovo attonita e sconvolta a passeggiare
Mentre al porto attraccano i pescherecci


Mi seggo all'ombra davanti al molo
Stordita dal caldo e stanca
Si siede al mio fianco un uomo solo
con una croce semplice di legno bianca



Con un pennello a inchiostro nero
Dipinge senza guardare l'orologio
Con la malinconia dell'artigiano vero
Una frase d'amore come necrologio


Non è più solido l'Universo dello spazio tempo!
Ancora un sussulto ma più di 
gioia che di spavento
E non so più se sono morta io 
e tu, come in un sogno, me lo stai dicendo
O sei partito tu e io lentamente ti sto raggiungendo