Un tuffo in acqua chiara, calma, isolata, verdissima per l'alta macchia che vi si rispecchia......ma nessuno ha ancora raggiunto la riva che tre onde alte e impreviste ci sbattono e scuotono in un brivido di paura.
Non era facile leggere questo come primo presagio dell'impetuosa danza di corteggiamento tra Eros e Thanatos.
Sulla montagna raccogliamo erbe profumate per un risotto. Temporeggio sula riva e qui vedo uno scoglio a forma di disco volante animato dalla testa di grifone. E' qui che intuisco che questa sarebbe stata la nostra cavalcatura e la meta: un altro mondo.
Lasciamo quello conosciuto fatto di mamme che urlano Adeleeeeeeeee ....Leooooooo, di umani che mangiano povere spigole di allevamento a mezzanotte, di ragazzotti che vanno all'isola delle tartarughe per bere Coca Cola e mangiare gelati e partiamo di notte alla volta del Peloponneso.
Spariscono gli yatch e le moto d'acqua,gli sci nautici con bracciali e ciambelle.
la navigazione è lunga e dura, l'atterraggio con cime a terra è faticosissimo, ma alla fine l'isola ci ricompensa con acqua cristallina, con il suo eremo bianco, con scogliere come d'Irlanda, ricche di macchia profumata, fichi d'india e falchi.
Con un bel vento in poppa costeggiamo il continente, sereni come il sole che tramonta.
Poi il vento cala, anche la luce mentre le onde diventano pugni allo stomaco e la torre turca non si avvicina mai.
Pur se dura, la navigazione notturna è illuminata da mezza luna, un tonno salta come per raggiungerla ed infine la fortezza di Methoni si staglia davanti a noi.
Pronti per toccare terra, qualcuna eseguendo i passi di questa feroce danza, cade nel mare. In quello stesso mare che ama e teme, come l'amore, come la morte.
Forse dovevamo chiedere il permesso agli spiriti guardiani per entrare in queste terre, bruciare salvia selvatica ed erbe sacre, ma ormai è tardi per propiziarsi gli dei dell'olimpo.
Ci mandano un giovane apollineo, muscoloso e lucido di oli e creme che ci sbatte in faccia il suo culo perfetto.
Pensiamo che sia in vendita, ma se ne va! Forse è un Narciso o un emissario del feroce Zeus, venuto a ingannarci col suo adescare e col suo mercificare, esempio ostile di un patriarcato duro a morire.
Noi quel mondo non lo vediamo più e ci immergiamo in un verde violento, sferzato dal vento godendoci Sapienza e il suo angolo di paradiso.
La veleggiata che segue è meravigliosa! Bordeggiamo di poppa con raffiche fino a 25 nodi, cavalcando dolci onde.
le caretta caretta ci nuotano contro tutte affannate e scoordinate per scansarci e per lo spauracchio di averci incontrato improvvisamente sulla loro rotta.
Anche questo atterraggio è notturno.
Gli abitanti di qui assomigliamo alle loro pietre.
Ti guardano di sbiego ....sono duri e tu, invasore, devi pagare amaramente il dazio per calpestare i loro sassi , tutti storti, i loro castelletti vecchi e nuovi da cui si prendevano a sassate.
Ripartiti.
Le onde sono andate a crescere per tutto il Mani spettrale, fino a raggiungere 5/6 metri a Capo Grosso.
cavalcarle è difficile ma entusiasmante, come l'Amore!
Per compensare il loro impeto ci vuole la forza di tutto il corpo che si piega, insieme al timone per compensare il peso.
nessuno, tranne il capitano ha mai visto dal vivo queste montagne d'acqua, che ogni tanto si abbattono sulla navicella dandoci schiaffi di sale.
Intorno le montagne sono surreali: rocce brulle, terre di ciclopi, paesi per draghi, picchi da cui uomini guerrieri buttavano giù le neonate, esseri di pietra squarciati da voragini nere con forme umane. Una di queste è l'ingresso dell'Ade, del mondo di sotto, degli inferi oscuri.....del dolce utero... attraverso la sua forma di vagina.
Proprio qui, con la burrasca dentro e fuori, aggrappata al limone, ammuffita di sale, le ha detto "sì ti voglio sposare!
Passato il Capo col suo faro di pietra, siamo nella terra di passaggio, un limbo irreale, onirico.
I monti qui sono morbidi e d'oro, riflettendo i raggi del sole sopra un'acqua blu intensa, improvvisamente calma.
Il vento scende da queste terre di nessuno, sferzando il mare, polverizzando l'acqua e trasportandola via...all'orizzonte,come spirito in fuga. Sono le anime che abbandonano questo mondo, lasciandolo da Sud?
Due costoni lontani, più alti e verdeggianti si aprono in un ridosso.
I guardiani esterni: due enormi scimpanzé di roccia soffiano aria dalle loro profonde fauci.
Passiamo.....e i guardiani interni, due Sirene (metà donne metà uccelli) proteggono il passaggio.
La mattina dopo è tutto ancora più surreale per una bufera di pioggia, che sfata l'ennesimo mito che con la tramontana non piove mai.
Mi chiedo se ci sia un significato a tutto ciò
magari la tempesta ha scosso i sentimenti più profondi, il vento ha spazzato via negatività e attaccamenti e oggi la terra desertica ci stabilizza e restituisce, come distillato dell'inconscio, una pietra di luna.
sarà la promessa di matrimonio alle porte dell'Ade?
Sarà una nuova storia che sboccia?
Un pezzo di cuore lontano che squilla?
O l'antico e prezioso amore che ha bisogno di cure e al cui richiamo si attraversa il deserto e si rientra prima del tempo? O forse molto dopo il tempo!
fatto sta che entriamo nel regno di Eros abbracciati stretti stretti a Thanatos.
I venti si placano, piano piano anche le onde.
L'acqua si fa trasparente, la sabbia sottile e bianca.
davanti ai monasteri ortodossi, cantiamo mantra per ringraziare della protezione.
le onde ormai appartengono ad un mare morto lontano che finalmente ora è quieto.
Nei fiordi e nelle baie, arrampicati su costoni rocciosi o distesi nelle valli e lungo le paludi scopriamo paesi e villaggi di un mondo antico.
Entriamo in punta di piedi e loro ci regalano la sillaba A , un segno di chi non c'è più.
Sulle rocce scopro il volto di una giovane donna, la dakini blu, giovane, che mi strizza l'occhio, come un manga giapponese.
La lezione di questi due amanti Eros e Thanatos è grande e merita che sia bruciato incenso alla luna piena.
La morte ama l'amore perché ogni giorno muoia e questo bacia la morte, perché ogni giorno rinasca, la loro promessa dura solo un attimo eterno e i due nell'amore sono profondamente liberi, come solo la morte sa rendere!