Fuggito
dall’orchestra, come un randagio fuori dal branco ha la forza del sopravvissuto.
Il
violoncello se lo ricorda che la musica barocca, giocava con le note, proprio
come i jazzisti del lontano ovest.
Non
viene da quel mondo antico, come suo fratello dell’800, troppo delicato per l’acre
salsedine del mare.
E’
un marinaio che non ha paura di lasciare un altro figlio, partorito da una
gitana di calabrese, nell'ennesimo porto di passaggio.
E
ci sfotte un po’ con la “tagliantella” bolognese, stuzzica il tamburo, provoca
i sapienti e fa sì che nessuno possa prendersi sul serio.
Siamo
tutti strumenti scappati dall’orchestra!
Toccato
in sorte ad un bimbo di dieci anni ora naviga solitario, nei mari della Grecia.
Lui
se ne stava lì dimenticato dagli ospiti di Mozart nella grande residenza dei Pallavicini.
Nessuno
lo ricordava più, né degnava di uno sguardo, chiuso in soffitta nel fondo di un
armadio.
Dalla
fessura di quell’antica cassa, un giorno vide due occhi nocciola farsi grandi
grandi dallo stupore di sentire quella bella maestrina che scopriva in loro il
talento del musicista.
Quegli
stessi occhi tornarono ingrossati e lucidi. Ma come, non c’era posto per loro?!
L’avevano
visto quel 10 del talento, eppure le porte per imparare fiati e pianoforte
restavano chiuse.
"Rimangono gli archi!" Dissero i maestri.
Fu
lì che il violoncello sentì di nuovo risuonare il suo stesso cuore in petto.
Non
era morto! Vibrava, sperava quasi quasi suonava…..
Non
osava uscire, però: aveva paura di mostrarsi brutto, impolverato, vecchio e
stonato …..ma era la sua occasione, forse l’ultima.
Intanto
quegli occhi guardavano un violino e quasi piangevano per lo scorno di avere
tra le mani un oggetto troppo fragile e delicato; poi si posarono sulla viola….."Ma
è praticamente uguale!" Pensarono.
Erano
più arrabbiati che scoraggiati e luccicavano di orgoglio!
“Bravo!”
- Urlò il violoncello! “Non puoi mica
suonare acuti da usignolo tu!”.
Si
guardarono per la prima volta: il bimbo e il randagio, fuggito dal branco.
Si
riconobbero.
Poi
si annusarono, si toccarono e ……da quella prima nota scordata seppero che
avrebbero continuato ad attraversare i secoli sulla scia del suono,
che
sarebbe bastata una nota a gonfiare una vela,
che
con un suono avrebbero fatto attraversare i mari e anche i mali a noi altri
poveri esuli affamati di storie, sinuosi serpenti in cerca di incantatori, sopravvissuti
alla nostra personale guerra, fedeli guardiani di un giardino toccato in sorte,
casualmente insieme su un vascello che veleggia anche senza vento!