sabato 11 marzo 2017

21 Agosto 2016 Una veleggiata visionaria fino alle Cicladi!

Durate una veleggiata potente al timone, mi stavo ringalluzzendo con pensieri di culto della personalità ... sul maniacale andante.... allora ho cantato le sillabe di Vajra irata.

Ero sola, Alfredo a prua nel difficoltoso montaggio dello strallo volante per la tormentina ...

...... la barca avanzava veloce su alte onde......

La mia concentrazione è stata massima nella rotta, nel tagliare le onde continiando nel canto ....per un indefinito tempo....forse un'ora.... finché si è aperto uno spazio di coscienza nuovo e profondo.
Il canto è diventato una sola infinita silaba capace di risuonare nel vuoto, fuori e dentro vibrando e portando le onde e l'orizzonte a chiudersi in un abbraccio.
Non so se la cantavo io o il vento.
Forse entrambi, in  un sussurro capace di far tremare appena la fiamma di una candela,

Poi l'ormeggio con un vento pazzesco e infine un tramonto rosa davanti ad un filo di sabbia bianca tra due mari. Nuotiamo nelle Cicladi. Koloni!
Al riparo della notte e con Chopin che rende più belle le stelle ho pensato alle Madri che lottano per la guarigione e per la cura:  stanno facendo un lavoro pazzesco di pulizia karmica. Onore a loro. Sono immense!

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