sabato 11 marzo 2017

18 agosto 2016 L'isola di Idra e i trichechi della valle

Voglio provare a dare un nome alle lacrime sconfinate, dolorose e poi dolci: gratitudine per la morte dell'Amore come l'ho sempre conosciuto.


Nemmeno (soprattutto!)  nell'amore vanno messe le radici!
Ma nella profondità dell'essere, lì dove dimorano coloro che non ci sono più e coloro che non ci sono ancora.

L'amore, invece, deve volare ed è libero di farlo solo se la mente glielo permette.

L'amore liberato è tornato al suo alveare.
L'ape succhia il polline, libera di svolazzare di fiore in fiore.

Il nettare sta sul pistillo e sta nella corolla.
L'insetto rotola felice.


Il fiore, finalmente schiuso protegge coi suoi delicati petali l'amplesso tra il mondo animale e il mondo vegetale.
I vecchi trichechi Della Valle cantano alla vita che si forma come dolce miele per nutrire il corpo e lo spirito di una nuova umanità.




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