12/8. Porto di Igoumenitsa ore 5:00. E’ ancora buio,
salutiamo Giulia e Anna Rita, con la certezza che quest’inverno ci vedremo.


Solo Marco e Luciana
scendono a Parga per cenare. prima però lui racconta di come ha prenotato il
viaggio su Blue Bone senza che Luciana
lo sapesse, ma soprattutto senza che sapesse di stare con lui. Scattano
brindisi, applausi e complimenti e lui si allontana dalla barca da eroe. Ma io
me la canto in sua assenza: la vacanza l’aveva già prenotata con la sua ex!
Il resto della giornata la passiamo a Two Roks Bay. In realtà le rocce sono più di due: una sembra uno gnomo, un’altra un elefante, poi c’è l’aquila e la
tartaruga. Sembra che tutti questi animali preistorici di roccia siano vivi e ci guardino mentre nuotiamo nell’acqua celeste.
Anche oggi abbiamo due sacche enormi di ricci da pulire. Io
devo dire la verità, inizio a sentirmi in colpa perché penso che stiamo
depredando la natura dei suoi tesori; stiamo esagerando quando passiamo da un
posto non rimangono più esemplari. Mi pizzica l’idea di farmi vegetariana.

Facciamo una sosta tecnica a Lefkas per fare gasolio (h motore
3879) e acqua gratis sotto i tombini del
lungo mare. la città è curiosa con le sue casette colorate di latta, i vicoli
strettissimi e il corso coi suoi locali e negozi.

Questo è decisamente un equipaggio da rada e da pesce serio.
Prima accontentiamo il palato con tre orate a Meganisi (Porto Spilia) e poi la
voglia di natura selvaggia a Kastos, in una baia che come colori e bellezza se
la batte con Calipso. Con la differenza che Calipso il 16 di agosto è strapiena
mentre qui ci siamo solo noi.
La vista è su colline verdi e conche di roccia che ospitano
piccole spiagge e proprio con questa
vista pranziamo con le linguine di Marco fatte con i pescetti pescati da lui in
apnea.
Nutrirsi di quello che la natura ti offre ha in sé qualcosa
di primordiale, che mi fa ricredere sull’idea del vegetarianesimo. E poi l’essere
tutti impegnati nella preparazione del cibo per ore e ore ti riporta all’idea
di far parte del tutto, della natura e del dio spinoziano.
Marco e Fabrizio hanno pescato, Alfredo apre i ricci, Fabrizio
li lava e raccoglie l’acqua, io Stefano e Sara togliamo le gonadi con il
cucchiaino riempiendo un barattolo grosso.

Si accende una stella enorme che poi si spegne, la notte
copre lentamente le montagne rosa, si prepara una notte di milioni di stelle,
mentre si fa il fuoco per il barchecue.
Ondeggiamo con Blue Bone e con noi i nostri pensieri sempre
più dilatati da accogliere con stupore tutto ciò che accade.
Ormai è notte, le stelle sono infinite, ogni tanto cadono
lasciando scie luminose e noi compiamo il passaggio dal paleolitico al neolitico,
riparando il braciere con la brace rovente dentro, trattenendolo dal cadere in
mare.


Ormai lo spicchio calante di luna sorge molto tardi e anche
oggi ci perdiamo nell’infinito della nostra galassia accompagnati nel viaggio
dai Portis Head di Sara.
Adesso mentre scrivo e aspetto che le verdure si cuociano,
l’equipaggio visita Vathi e Alfredo ripara la vela con ago e filo.
Itaka ci regala l’ultimo bagno di questa settimana a Pigadi
e poi, con vento in faccia di 30 nodi (frequente nel canale tra Itaka e
Cefalonia) e le onde che ci schizzano facciamo ingresso a Sami.

Valentina
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