12/8. Porto di Igoumenitsa ore 5:00. E’ ancora buio,
salutiamo Giulia e Anna Rita, con la certezza che quest’inverno ci vedremo.
Inizia ad albeggiare e noi sonnecchiamo finché col giorno
già fatto arrivano Fabrizio, Laura, Gianfranco, Luciana e Marco, che si sono
conosciuti per caso sul traghetto. Spesa veloce e si parte. Fa sempre un caldo
bestia e il vento latita, ci fermiamo nella baia prima di Sivota, già
ripulita da Annì e Tonio e i pescatori di quest’equipaggio trovano solo
ostriche, piedi di capra e tartufi di mare, che dovrebbero essere allucinogeni.
Cambiamo baia e ci fermiamo nella spiaggia dei nudisti, una specie di Fattizze
greco. Ci sono delle donne splendide ed infatti i nostri cinque uomini
spariscono dalla barca alla velocità della luce….però tornano con tre sacche
piene piene di aculei appuntiti e scatta anche questa volta la pulitura di
ricci che da luogo all’ennesima linguina arancione.
Solo Marco e Luciana
scendono a Parga per cenare. prima però lui racconta di come ha prenotato il
viaggio su Blue Bone senza che Luciana
lo sapesse, ma soprattutto senza che sapesse di stare con lui. Scattano
brindisi, applausi e complimenti e lui si allontana dalla barca da eroe. Ma io
me la canto in sua assenza: la vacanza l’aveva già prenotata con la sua ex!
La mattina dopo ci incamminiamo a piedi e in salita per
Parga e ci arriviamo totalmente zuppi di sudore. La città però merita: è davvero
bella col suo castello, le casette variopinte e i panorami sulle due baie.
Il resto della giornata la passiamo a Two Roks Bay. In realtà le rocce sono più di due: una sembra uno gnomo, un’altra un elefante, poi c’è l’aquila e la
tartaruga. Sembra che tutti questi animali preistorici di roccia siano vivi e ci guardino mentre nuotiamo nell’acqua celeste.
Anche oggi abbiamo due sacche enormi di ricci da pulire. Io
devo dire la verità, inizio a sentirmi in colpa perché penso che stiamo
depredando la natura dei suoi tesori; stiamo esagerando quando passiamo da un
posto non rimangono più esemplari. Mi pizzica l’idea di farmi vegetariana.
Ed invece mentre veleggiamo dolcemente verso Lefkas, assisto
Stefano nella preparazione del risotto coi ricci: una scoperta non male!
Facciamo una sosta tecnica a Lefkas per fare gasolio (h motore
3879) e acqua gratis sotto i tombini del
lungo mare. la città è curiosa con le sue casette colorate di latta, i vicoli
strettissimi e il corso coi suoi locali e negozi.
Comunque dopo cena ci rifugiamo sulla Blue Bone. Di notte
scopriamo le chiavi nelle frasi, ma dobbiamo tenerle celate… all’inizio il
gioco intriga con il mattino che nasconde il manifesto, poi funziona con l’accento
sulla prima di tre sillabe, poi diverte con chi pronuncia la frase tenendo il
bicchiere di prosecco in mano e alla fine si fa demenziale con le “gazzette”
che volano lungo la foce dell’Acheronte.
Questo è decisamente un equipaggio da rada e da pesce serio.
Prima accontentiamo il palato con tre orate a Meganisi (Porto Spilia) e poi la
voglia di natura selvaggia a Kastos, in una baia che come colori e bellezza se
la batte con Calipso. Con la differenza che Calipso il 16 di agosto è strapiena
mentre qui ci siamo solo noi.
La vista è su colline verdi e conche di roccia che ospitano
piccole spiagge e proprio con questa
vista pranziamo con le linguine di Marco fatte con i pescetti pescati da lui in
apnea.
Nutrirsi di quello che la natura ti offre ha in sé qualcosa
di primordiale, che mi fa ricredere sull’idea del vegetarianesimo. E poi l’essere
tutti impegnati nella preparazione del cibo per ore e ore ti riporta all’idea
di far parte del tutto, della natura e del dio spinoziano.
Marco e Fabrizio hanno pescato, Alfredo apre i ricci, Fabrizio
li lava e raccoglie l’acqua, io Stefano e Sara togliamo le gonadi con il
cucchiaino riempiendo un barattolo grosso.
Blue Bone si permette anche la figura del lanciatore dei
gusci vuoti, nella persona di Gianfranco, Laura alla fine “viene” togliendo le
spine, mentre Stefano distrae i torturati con i suoi tuffi buffi.
Si accende una stella enorme che poi si spegne, la notte
copre lentamente le montagne rosa, si prepara una notte di milioni di stelle,
mentre si fa il fuoco per il barchecue.
Ondeggiamo con Blue Bone e con noi i nostri pensieri sempre
più dilatati da accogliere con stupore tutto ciò che accade.
Ormai è notte, le stelle sono infinite, ogni tanto cadono
lasciando scie luminose e noi compiamo il passaggio dal paleolitico al neolitico,
riparando il braciere con la brace rovente dentro, trattenendolo dal cadere in
mare.
Partiamo diretti verso Itaka, ma il maestrale aumenta e si
fa così rafficato da scucire un pezzo di balumina del genoa. Ci fermiamo ad Atoko, l’isola
verde con una sola casa bianca e la sua chiesetta.
La roccia è chiara e nasconde grosse pietre di minerale
perfettamente sferiche, l’acqua è smeraldo e anche questa baia raggiunge per
bellezza calipso.
Ormai lo spicchio calante di luna sorge molto tardi e anche
oggi ci perdiamo nell’infinito della nostra galassia accompagnati nel viaggio
dai Portis Head di Sara.
Adesso mentre scrivo e aspetto che le verdure si cuociano,
l’equipaggio visita Vathi e Alfredo ripara la vela con ago e filo.
Itaka ci regala l’ultimo bagno di questa settimana a Pigadi
e poi, con vento in faccia di 30 nodi (frequente nel canale tra Itaka e
Cefalonia) e le onde che ci schizzano facciamo ingresso a Sami.
Mi commuovo molto la sera perché tutti insieme mi regalano
una collana bellissima con il simbolo di Blue Bone: la lisca di pesce. Mi
mancheranno molto anche loro!
Valentina
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