Le vele ahimè si sgonfiano ancor prima della linea di partenza, che diventerà il vero arrivo e navighiamo purtroppo con il rumore del motore. Solo due ore di silenzio ci regala il vento.

L'acqua è frizzante, invogliante, magica.
Collaboriamo con Arcadia, Maui e Aquila per un pranzo comunitario a base di tonno, pescato nel canale dalla più piccola delle barche, sfilettato e condito con il sughetto magico di damiano.
Poi fluiscono altri bagni, caffè, chiacchere, sciolte nella nebbia del fumo.

Saliamo in montagna e lo scenario cambia: i desolati cantieri aperti lasciano il posto a lussureggianti pinete e su in cima la vista spazia come nei sogni verso Corfù, Fano e Merlera.
Un bimbo, che si cuce la suola delle scarpe col fil di ferro, ci vende fiori e miele.
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