L'infinito del mare e l'eleganza delle vele servono d'ispirazione agli scrittori ospitati dalle barche.
La nostra è Roberta, che resta sveglia per ammirare la luna rossa, le stelle cadenti e i delfini a prua: "intermittenze inutili nel ritmo dei ricordi" (R.Z.).
Le vele ahimè si sgonfiano ancor prima della linea di partenza, che diventerà il vero arrivo e navighiamo purtroppo con il rumore del motore. Solo due ore di silenzio ci regala il vento.
Ma la mattina ci avvolge il sole e il verde smeraldo di Punta Linguetta.
L'acqua è frizzante, invogliante, magica.
Collaboriamo con Arcadia, Maui e Aquila per un pranzo comunitario a base di tonno, pescato nel canale dalla più piccola delle barche, sfilettato e condito con il sughetto magico di damiano.
Poi fluiscono altri bagni, caffè, chiacchere, sciolte nella nebbia del fumo.
Valona al tramonto è un lungo boulevard di palazzoni nuovi, a volte con un minimo di design, ma già decadenti, con l'intonaco scrostato e anneriti dallo smog; filo spinato intorno al porto, cani randagi che ringhiano e homless che spingono sulle cariole sacchi neri pieni delle loro cose.
Saliamo in montagna e lo scenario cambia: i desolati cantieri aperti lasciano il posto a lussureggianti pinete e su in cima la vista spazia come nei sogni verso Corfù, Fano e Merlera.
Un bimbo, che si cuce la suola delle scarpe col fil di ferro, ci vende fiori e miele.
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