Liberazione dall’inverno, dal lavoro, dallo stress….
Riusciti solo in parte per via di un inverno che non c’è
stato a gennaio ma che ha deciso di farsi vivo ad aprile.
Dopo un canale assolato e con Eolo assente, la giornata
uggiosa ci fa rimanere sull’isola amata di Othonoi, cercando sentieri pieni di
asparagi. Troviamo solo le bietole e delle bellissime case di pietra
abbandonate!
La sapienza culinaria di Massimo e il pescado di Antonio ci
mettono davanti un piatto terra mare delizioso: antipasto di ricci, linguine ai
coccioli e frittata con le bietole di montagna.
Abbiamo stretto sorellanza con la barca di Angelo e ormai ci spostiamo tutti
insieme.
La notte sull’isola è un tripudio di lucciole, mai viste
tante!
Io e Fiamma andiamo a trovare Elias e Marinella, la loro
casa è sempre aperta e con noi ci sono altri isolani, Tina, Chiara e
Mariagrazia: proviamo a proporre la realizzazione di un grande mandala sul
piazzale del porto in occasione del raduno dell’arte. L’idea di Fiamma è bellissima
ma si scontra con la necessità di chiedere le autorizzazioni.
Ci svegliamo con il sole e a Matraki saliamo per i sentieri
pieni di orchidee e altri fiori spontanei. C’è un orto abbandonato pieno di
carciofi e li raccogliamo insieme ai limoni. Mario, però, non è d’accordo teme
che i greci possano arrabbiarsi e persino spararci. Sfidiamo i proiettili e le
paure del nostro ospite e ci gustiamo un fantastico risotto al forno coi
carciofi freschi!
Eolo soffia e noi salpiamo alla volta di Paleokastritsa,
baia splendida se non fosse per un eco mostro di albergo sul mare, che Mario
cerca di salvare vedendoci del marmo rosa.
Su in montagna in un borgo
medioevale chiamato Krini i paesani festeggiano Agios Tommaso e noi ci uniamo a
loro, ballando il Sirtaki e mangiando suvlaki. Il cerchio delle danza è
disegnato a terra coi colori del sole e sembra un grande mandala come quello
che Fiamma vorrebbe realizzare a Othonoi. Sarà un segno?
Sotto la pioggia torrenziale raggiungiamo Corfù e appena
esce il sole ci perdiamo nei suoi vicoli senza turisti e in serata andiamo a
sentire le prove della famosa banda di Kerkira.
Avremmo sonno, ma Mario vorrebbe divertirsi un po’ e
conoscere qualche bella donzella greca e così lo accompagniamo nel locale in
della città e qui ci fa morire dalle risate cercando di comunicare in greco con
la barista: Nos otos, wath’s topos? Io e Giulia abbiamo le lacrime agli occhi!
Con grande dispiacere salutiamo Angelo, Antonio, Clemente e
Massimo che rimangono a Kerkira e ritorniamo lentamente a casa tra sole, pioggia
e due archi completi di arcobaleno, passando a salutare l’isola del cuore e a darle
appuntamento per la prossima volta.
Valentina
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