Non credevo che un abbraccio vietato potesse generare poesia.
Istintivamente ci si slancia l'uno verso l'altro ma ci si deve trattenere. Per incanto però ci si riesce a toccare senza sfiorarsi e la partenza non può mettere più distanze tra noi.
E' stato più o meno così salutare Giorgio e Gisella e dare la poppa alla Martinica.
Sei volte la luna piena si è riflessa sul loro sassofono e sulle acque dell'isola e con altrettanti rintocchi ha scandito il tempo ed illuminato una via, mentre il mondo nella notte dormiva sonni agitati.
Martinica sarebbe stata solo una spiaggia bianca contornata di palme e fiori, vista tante volte nelle cartoline. Ma è accaduto che il mondo si sia stretto su se stesso chiudendosi in angusti confini, proteggendosi non più da bestie feroci o da eserciti in guerra, né da uomini in fuga dalla fame, ma da microscopici e mortali virus.
In mezzo ai confini chiusi siamo rimasti noi, a dondolare attaccati ad un'ancora, pronti a fuggire dagli uragani.
Eppure ho viaggiato di più percorrendo a nuoto una sola baia che unendo le miglia di navigazione per arrivare fin qui attraversando un Oceano.
Ho scoperto ogni giorno un nuovo mondo tra le pieghe di uno scoglio.
Ho imparato a respirare con la bocca, prendere molto fiato e trattenerlo dimenticandomi della necessità dell'aria, per restare più a lungo possibile nel mondo di sotto.
Sono servite sei lune per vedere fino in fondo quanta bellezza e pace si possono nascondere sotto i nostri piedi e capire quanto siano importanti e fragili.
Distratti da tanti falsi bisogni e confusi tra urla di paura e rabbia non ci accorgiamo che il paradiso è intorno a noi.
Io l'ho riconosciuto nelle stelline blu-fluorescenti delle damigelle di mare, nei piumaggi dei lion fish, negli occhioni dolci dei pesci rossi, nell'eleganza delle murene, nell'incanto di un enorme pesce palla nascosto tra le rocce e nella sinuosità dei serpenti di mare.
Poi anche loro hanno iniziato a fidarsi di noi, a nuotarci intorno senza paura e improvvisamente sono diventati migliaia e ci hanno mostrato tutti i loro sfavillanti colori.
Si sono accesi i pois dei pesci balestra, il blu elettrico dei pesci trombetta, si sono avvicinate enormi tartarughe e sono arrivati a deporre le uova i variopinti pesci pappagallo.
Nel silenzio del loro mondo, fatto di anemoni e coralli, si è finalmente sciolto il chiasso del mio.
E tutto questo non l'avrei visto, perchè stavo già andando via per cercarlo altrove!
Ho capito che la bellezza è ovunque, ma è più facile ucciderla che notarla.
Quante volte l'abbiamo divorata in un all you can eat, o fotografata come trofeo di caccia, intrappolata in un selfie, consumata e dimenticata come un giocattolo usato.
Perchè ci affanniamo a rincorrere i tempi della giungla di auto, dell'aria avvelenata, degli assordanti insulti e parole aggressive diffuse via cavo, via etere, blutooth o WiFi?
Perchè tutta questa fretta?!
Allora quasi quasi mi fermo ancora un po' da queste parti a respirare aria con la bocca, perchè non so ancora se è più difficile affrontare un uragano o le vorticose illusioni di una cultura bulimica e arrabbiata che, come tutti, mi porto dentro.
Valentina come scrivi bene,questa notte di veglia inquieta hai portato anche me,purtroppo sarà
RispondiEliminaSolo per un po, nel tuo paradiso.E penso a quando eri in uno studio a Milano e penso a Giuseppe,così soddisfatto di lavorare in Deloitte e ignaro del vero Paradiso.Grazue.
Alla sua età anche io lavoravo in grossi studi milanesi,poi succede che non ne puoi più
EliminaBellissime riflessioni in questa vita veramente caotica. Posso condividere?
RispondiEliminagrazie certo che puoi. Anzi grazie
EliminaSpesso nel mare delle difficoltà galleggiamo facendoci trasportare dalla corrente, sbattuti, aspettiamo aualcuno o qualcosa che ci porti a riva. Ma se troviamo la forza per prendere fiato, immergerci e aprire gli occhi scopriamo possibilità infinite, non siamo soli. È come tornare a quel mondo originale nel quale siamo stati creati, nutriti, cullati, legati ad un filo con l'altro. Rinascere.
RispondiEliminaSpesso nel mare delle difficoltà galleggiamo facendoci trasportare dalla corrente, sbattuti, aspettiamo aualcuno o qualcosa che ci porti a riva. Ma se troviamo la forza per prendere fiato, immergerci e aprire gli occhi scopriamo possibilità infinite, non siamo soli. È come tornare a quel mondo originale nel quale siamo stati creati, nutriti, cullati, legati ad un filo con l'altro. Rinascere. Patrizia Apos
RispondiEliminaBella la metafora della rinascita! Per rinascere bisogna avere il coraggio di attraversare l'ignoto
EliminaBellissimo. Guarderò la stessa luna con occhi diversi e cuore sereno. Un abbraccio. D.
RispondiEliminaStessa luna stesso mare stesso pianeta. Anche voi siete in un angolo di paradiso
EliminaChe bello quello che descrivi.Anche io ho provato un po'di queste cose nuotsndo nelle seminascoste e bellissime baie del Messico questo inverno mentre in Italia era gia' scoppiata la pandemia. Buon vento!
RispondiEliminail Messico è proprio qui di fronte. Anche il nostro mediterraneo è bellissimo ma siamo troppo aggressivi con lui. Lo rastrelliamo dal fondo
EliminaLeggendo queste righe ho percorso con la mente una parte del vostro viaggio, stupendo.
RispondiEliminaUn bellissimo modo di viaggiare la mente ci porta ovunque
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaGrazie..
RispondiEliminaUn immenso abbraccio!
RispondiEliminaI tuoi racconti con le tue profonde riflessioni sono bellissimi ed è sempre bello leggerti...spero che tu stia pensando di scrivere un libro. Voglio aggiungere che l esperienza della lentezza e dell osservazione più profonda e attenta sia un esperienza che un pò tutti abbiamo fatto aiutati anche dal lockdown...tuttavia rientrare nella rete della bulimia e del consumismo è inspiegabilmente facile e seducente. Anche leggere questi tuoi racconti mi porta a desiderare di vedere prima o poi la varietà di pesci che solo davanti a una spiaggia bianca della Martinica si può vedere ed entrare cosi nel conflitto tra la voglia di attivarsi e vedere e fare e incontrare...di più o coltivare invece il piccolo e comunque bellissimo piccolo spazio che mi circonda. Non aggiungo altro per non essere banale e dire cose del tipo in media stat virtus no, non lo farò, ma Valentina e Alfredo il vostro punto di osservazione è veramente molto interessante e spero di poter condividere con voi, magari dal vivo, queste riflessioni. Un abbraccio grande. Angela B
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EliminaÈ sempre bello confrontarsi con te. Rispetto ai due estremi che poni, forse il senso del viaggio o dello stare infondo è lo stesso: coltivare il piccolo spazio che ci circonda, curarlo e lasciarsi curare da questo. La cultura bulimia, invece, può stare tanto nel viaggio quanto nello stare. Quindi non credo che nel mezzo sta la virtù, anzi non credo nemmeno che sia una questione di virtù. Quanto di "arte della gioia".
che meraviglia ❤
RispondiElimina����
RispondiEliminaMi hai fatto commuovere e ritrovare il mio io, la mia essenza di vita.
RispondiEliminaGrazie per le emozioni trasmesse
Gino Buizza
Grazie Gino, sono felice di essere riuscita a trasmetterle ma ancora di più di aver trovato una stazione ricevente con frequenze molto alte.
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