Complice un vento insolito di libeccio, puoi placare le tue piccole snervature in un angolo verde di stelle marine, carpe e pesci rossi.

Tu non puoi fare altro che aprire i sensi e goderne. Il mare dimostra di saperti nutrire e sostenere.
Ma appartieni a quel genere che erge montagne coi suoi escrementi di plastica e appena toccata la città accantoni la natura cacciatrice e carichi un cargo alimentare già imbustato.
L'occasione però è propizia per cogliere la frescura dei vicoli e osservare fugacemente balconi, cortili, piccole case e ingarbugliate viuzze. Il tempo giusto per fuggire un altro temporale.


Un piccolo peschereccio rosso si ormeggia accanto alla tua vela e tre uomini arrostiscono il pollo, pasteggiano con lo tsipuro e si preparano a partire a pesca di tonni, che non ti venderanno mai.
Anche se ami le rade, le piccole spiagge di sassi incastrate tra la
macchia e il mare, di tanto in tanto ti ricordi che è bello osservare visi rugosi, anziane signore che portano il lutto, messe cantate e suggestive processioni.

E' subito via a vele spiegate cavalcando onde che ogni tanto ti schiaffeggiano, di bolina, cercando un'ultima rada, un ultimo lido per salutare un pezzo di equipaggio che continua in altre acque la sua avventura.
valentina (10-18 agosto 2015 con alfredo, giulia, annarita, emanuele, lucia, laura, pietro ed aldo)
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