domenica 12 gennaio 2014

Sulla rotta di Medea e il super falò con grigliata

Si susseguono le rade nelle splendide baie di Itaka, Atokos e Kalamos.

La giornata tipo è all'insegna del carpe diem e con il "diem" carpiamo anche un'aguglia per il sughetto, i ricci per gli aperitivi e per le linguine.

Bagni senza tempo, veleggiate, a volte soavi a volte tese, e tanti aperol sprits.
Solo gli ormeggi sono difficili: l'ancora che non agguanta o magari speda, lo scoglio frisa che cade per la pressione della cima e le raffiche violente del vento catabatico.

Fa parte tutto del bene-stare, perchè dobbiamo pur guadagnarceli i souvlaki in spiaggia dal porcone a Porto Leone.

Ma prima c'è il crepuscolo con Cesare e Fabio che con giri di do e là accompagnano il canto di Jenny o semplicemente pizzicano corde come sottofondo al nostro chiacchericcio.

Non per stanchezza, ma per necessità di approvviggionamento a rriviamo a Mitika, città non segnalata dal gps. Pensiamo che solo le anime pure possano vederla. Spunta da dietro il promontorio, ci accoglie in un ormeggio sicuro con acqua gratis. E' un'autentica città greca, con le nonnine dai volti solcati dal tempo, con gli uomini che bivaccano nei caffè,  a ai Mezè, le casette di pietra con gli usci colorati e adornati di piante. Ci ha cullati la notte e ha permesso finalmente al comandante  di dormire profondamente.

Il cuore si è aperto lasciando spazio alla creatività fertile, con cui abbiamo costruito, grazie ai bravi scout,  un bellissimo barbecue con tanto di tavolo e sedili. Come un locale di Roma ben condotto da una persona in gamba - ;-) si Tucci sei tu la metafgora! - La cena con carne succulenta arrostita alla brace, ha lasciato posto ad un fuoco vivace che, insieme all'effetto grappa, ha riscaldato il post cena di canti, risate chitarra ed ha illuminato un giro di tarocchi e di confronto sincero tra amici.

Lasciamo la baia di kastos veleggiando di traverso con i pensieri che si sciolgono e si disperdono nelle brezze gentili.  Il vento ci porta nel delta di Oxia.

Nella landa  col tramonto africano, di pesci ce ne sono un'infinità ma tutti scansano le nostre rapale.  Il vento ci ha lasciato
e a motore abbiamo esplorato le lande di Messalongi: entriamo nel lungo canale di mede rosse e verdi e questo è costeggiato da tante palafitte chiamate pelades, con tanto verde intorno e ciascuna con il suo pontile dove ormeggiare le barche da pesca.

Attracchiamo comodamente all'inglese davanti ai locali dove passare dal caffè, al gelato e poi patatine e birra.
Il centro di Messalongi è davvero inaspettato: una città greca radical chic, con un caffè letterario degno di Parigi.

Qui la sub comandante ha potuto riscoprire la sua parte combattente e politicamente impegnata, infilandosi in un centro sociale occupato. I ragazzi dentro mi hanno accolta con sorrisi e ne ho approfittato per farmi raccontare della situazione socio-economico-politica della Grecia, confrontandola con l'Italia.
Mi hanno spiegato che se da una parte la TV pubblica  chiude e molte fabbriche vengono  abbandonate, la gente, dall'atra, si sta organizzando, occupandole e producendo per un mercato parallelo, clandestino e illegale. Ci regalano un sapone naturale, proveniente da una di queste fabbriche illegali.

La rotta di Medea sai conclude a Patrasso, scendono tutti restiamo solo noi, capitano e sub comandante, per iniziare la rotta di Pizia sotto una splendida luna piena nei pesci.

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