sabato 23 agosto 2014

22 - 28 luglio. Da Leuca ad Igoumenitsa: si spreca la Natura!

"22/7 h. 8:30 partiamo a motore, dopo circa due ore arriva un maestrale di 10 nodi circa e issiamo le vele. H 16 mancano 5 M per Fano.
23/7. Al mattino ci sveglia il nostro vicino di barca all'ormeggio: l'ancora gli ha spedato e si è disposto suo malgrado all'inglese. Il motivo è presto detto: almeno due temporali sono nelle nostre immediate vicinanze, i groppi sono forti ma non violenti.
L'equipaggio della Blue Bone ne approfitta per fare una passeggiata per i tanti sentieri che attraversano l'isola, senza sole e con tanto fresco.
Io ne approfitto per fare lavorini e lavoretti, tra cui sturare ad uno ad uno tutti i forellini della moka, la disgraziata che faceva i caffè o troppo acquosi o troppo concentrati. Quando torneranno a bordo verificheremo" Alfredo.

"La passeggiata è bella anche se un pò faticosa. Ci inoltriamo attraverso il secondo sentiero dopo il curvone alla fine del villaggio di Amos. Dopo esserci fatti strada tra ebra e rovi dai mille odori, la stradina si inerpica tra boschi di cipressi e felci.
Alla casa di pietra c'è un bivio e noi prendiamo a sinistra. Dopo aver superato due ponticelli sbuchiamo su una strada sterrata, la prendiamo a sinistra per pochi metri e poi ritroviamo di fronte a noi il sentiero. I boschi adesso sono di ulivi terrazzati.
Arriviamo su una strada bianca con una croce, svoltiamo a sinistra e subito dopo ci sono due sentieri; imbocchiamo quello che sale per un altro chilometro. Ormai il cielo si è aperto e il sole ci fa sudare, ma camminare nel bosco pieno di erbe aromatiche e fiori è bellissimo. Intravediamo la chiesetta di Agios Georgeos e qui il sentiero finisce sulla strada. Proseguiamo per 800 metri e arriviamo al villaggio di Xoriò con casine di pietra e calce bianca e le persiane celesti. Qui l'esistenza ci fa due regali: un furgone che ha accompagnato su due signori di Atene che ci può riportare giù al porto ed un'anziana signora vestita di nero che ci regala una bottiglia di acqua fresca e delle caramelle gelatinose.
La vista dalla chiesa è strepitosa: si vedono merlera, matraki, Corfù e la baia di Fiki. Poi prendiamo un altro sentiero che sbuca su un panorama mozzafiato: uno strapiombo di roccia e foresta sul mare turchese in una baia divisa in due da un istmo di sabbia.
Il vento soffia dai quadranti sud e al posto di calipso ci avventuriamo tra le secche di Fiki, la stessa che abbiamo visto dall'alto. Un bagno fresco è quello che ci vuole anche se i graffi fatti dai rovi ci bruciano un pò.
Apriamo le vele verso Merlera, giusto il tempo di un bagno alla traina, ma poi arriviamo sull'isola a motore.
La dolce e morbida Erikousa ci dona, come sempre, un rosso tramonto sulla scogliera piena di timo fiorito e profumato.
24/7. Dopo una lunga nuotata fino alle dune, partiamo verso cassiopi e le sue baie aprendo il grande gennaker. Una veleggiata di cinque ore che ti scioglie qualsiasi pensiero dalla testa, intervallata da bagni alla traina.
la baia bella del faro veneziano ci regala un vassoio di ricci raccolti nell'acqua color smeraldo." Valentina.
"Credo che le parole siano troppo poco per descrivere la maestosità della natura, in questo viaggio mi sono meravigliata di tante cose! Incontrare due stenelle che ti accompagnano per un tratto di viaggio e vogliono giocare in un tramonto rosso fuoco. Mi accontento di questo: panorami mozzafiato a strapiombo sul mare, chiesette ortodosse in calce bianchissima e case dalle finestre colorate." Stefania.
"25/7 la baia smeraldo ci regala un pranzo prelibato: linguine coi ricci e polipo alla pignata appena pescato.
Poverino ci guardava negli occhi e sembrava implorarci di non ucciderlo. Io e Alfredo ci siamo ripromessi che questo è l'ultimo che sacrifichiamo al nostro palato. Sono esseri troppo simpatici ed intelligenti.
Dove porterà questo viaggio? le carte continuano a dirmi che mi cambierà la pelle e farò la muta come un serpente. La natura è potente e quando vivi in connessione con essa ti apre dei ponti verso l'eternità e nulla è più come prima.
26/7 Dopo una pausa cittadina a Corfù con le sue viuzze veneziane sgarruppate, coi panni stesi in ordine decrescente, ci godiamo la tranquillità del porticciolo costruito dentro la fortezza veneziana.
A Ftelias, mentre io e marisa facciamo il giro dell'isola a nuoto varcando il confine albanese, Alfedo e Paolo raccolgono una caterva di ricci e Stefania cozze patelle. E anche oggi ci nutriamo di mare.
Navighiamo, prima con le vele bianche e poi col gennaker fino ad una landa desolata prima di Igoumenitsa. Vi facciamo ingresso tra le colline piene d alberi, mentre aironi, gru e gazzelle volano verso i nidi all'imbrunire. Qui si spreca la natura:si sente una sinfonia di uccelli notturni e sciabordio dell'acqua, mentre un firmamento maestoso ci sovrasta regalandoci di tanto in tanto le sue stelle cadenti.
A Sivota ci facciamo un'ultima lunga nuotata chi meditando chi fotografando chi salendo per errore su'altra barca e poi a vele spiegate arriviamo alla meta dove saluteremo questo equipaggio dolce tranquillo e premuroso.



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