sabato 19 ottobre 2019

Quando il vento ti porta tra le stelle!

Vorremmo salpare verso La Palma.
- "Estas Locos"! Strabuzza gli occhi il pescatore di tonni.
E ha ragione! 
Appena usciti dal cono dell'isola c'è una forte accelerazione. Se l'Aliseo soffia costante a 20 nodi su tutto l'Atlantico, quando arriva in prossimità delle isole, si apre in due all'altezza delle loro montagne e raddoppia la sua velocità in ambo i lati. 
Inizialmente abbiamo pensato trattarsi di un fenomeno simile al vento catabatico, ben conosciuto in Grecia e in Albania. 
Ma le accelerazioni sono profondamente diverse. Intanto non sono rafficate, ma si tratta di un vento pieno e costante: la sua intensità varia dai 40 ai 30 nodi orari, man mano che ci si allontana dall'isola, e  la fascia interessata può essere anche di 15 o 20 miglia.
Tra Gomera e Palma dobbiamo attraversarne due di queste fasce e quindi bisogna mettere in conto che tutta la traversata è una zona di accelerazione. Per di più l'andatura è di bolina.
E così torniamo indietro quasi subito.
Un nostro amico, Alvaro, con una barca di soli 7 metri, ci prova il giorno dopo. Lui sembra un vero discendente dei Guanci, il popolo nativo delle Canarie, biondo, ma scuro di carnagione, zigomi alti, occhi verdi e dolci, sempre nudo. Naviga da solo e sta spesso con uno strumento in mano per aggiustare qualcosa.  Dopo tre ore torna indietro anche lui, con il Genoa sbrindellato dal vento. Il terzo giorno ci prova una goletta oceanica, ma anche loro tornano indietro.

Finché al quarto giorno, approfittando di un leggero calo dell'Aliseo e di una dritta del pescatore, che ci consiglia di circumnavigare l'isola fino a Nord e poi fare rotta da lì, partiamo noi, con il nostro schooner d'alluminio.

Siamo super equipaggiati: tutto in ordine e in sicurezza dalla sera prima, sopra le cerate abbiamo indossato i giubbotti autogonfiabili e ci muoviamo solo con le cinture di sicurezza.
E' meraviglioso: voliamo! Le onde che arrivano nel pozzetto ci elettrizzano senza spaventarci. Stiamo tagliando la spuma dell'oceano di bolina come degli Albatros, timonando a mano, come facevano i marinai di altri tempi.
E' così che ci vede un uomo che col suo furgone si arrampica sui tornanti di lava sopra Fuentecaliente a Sud di La Palma. Glielo leggiamo negli occhi, quando ci viene a salutare in porto, riconoscendo la barca.
Come sempre dopo queste botte di adrenalina, non avresti voglia di fare nulla, ma succede che ci prestano una macchina e ce ne andiamo girovagando nell'isola, puntando il Nord.

Man mano che saliamo di altezza, i paesi stile coloniale, con i bananeti e i loro manieri, lasciano il posto alle terrazze coltivate a vigneti e a case bellissime di pietra e coppi, che ricordano le antiche dimore di Othonoi.
Anche i villaggi che incontriamo hanno un sapore particolare, abbarbicati sull'Oceano con i colori accesi dell'ocra, verde, rossi e blu.
Nei tornanti ci capita di stare in fila dietro un vecchio furgone, fumante acre smog, con  a bordo tre mucche che soffrono il viaggio.
Poi finiscono anche le case isolate, l'aria rinfresca e la montagna si riveste di un bosco di pini giganti, che crescono intorno ai crateri dei vulcani spenti.
Dall'altra parte, nel versante Est, le montagne si velano di nubi di umidità che permettono alla foresta pluviale di rivestire ogni cosa.
Noi ci fermiamo nel punto più alto dell'isola, roccioso e brullo.
Qui in cima ci troviamo in una sorta di Area 51. E' pieno di cartelli che vietano l'ingresso, ma le sbarre sono aperte ed entriamo, mentre si fa già imbrunire.
Disseminati nel nulla e in un silenzio ovattato ci sono una decina di giganteschi telescopi astronomici, che iniziano ad aprirsi e ruotare. Due di questi sono i famosi MAGIC 1 e MAGIC 2: due enormi parabole che ascoltano l'universo captando raggi gamma e onde gravitazionali.
Il desiderio di guardare attraverso quei cannocchiali è irresistibile, per quanto anche vedere le stelle ad occhio nudo, da qui, nel buio totale della luna nuova, con la nebulosa della Via Lattea che mostra anche il suo secondo arco, è emozionante quasi come nuotarci dentro.
L'unico essere vivente su questa bellissima e silenziosa sfera azzurra, vista da questa prospettiva è la Terra stessa.
In armonia con la sua  Luna e gli altri pianeti, ruota attorno alla sua stella, in un unico lento procedere di tutta la Galassia.
L'umanità con i suoi conflitti semplicemente non esiste  a questi orizzonti, e quando la mente si allarga, svuotandosi, scopre la propria irrilevanza e tutto diventa straordinariamente leggero, semplice e immensamente profondo.



Dedicato alla prof. di astri e fantasia, la bella Mammoli!